Grotta delle Mannute

Silenzio, o forse no.

Scrivo a metà di una scogliera a strapiombo sul mare. 80 metri su di me, la civiltà, e 40 metri sotto di me il mare blu, con le sue onde e i suoi profumi d’oriente.

E’ un ferragosto particolare. Con Biagio e Tommy abbiamo deciso di venire alla grotta delle Mannute; un po’ per evitare di incontrare altri esseri umani e un po’ ritemprarci nei suoni e nei paesaggi incontaminati delle scogliere più ad est d’Italia.

Sullo sfondo, alcune barche a vela traversano lente e rilassate sul dorso di lunghe onde blu, peregrine secolari dei due mari del canale d’Otranto.

La fatica per raggiungere questo piccolo paradiso è pienamente ripagata dalla vista mozzafiato e dagli odori forti di una terra incontaminata che non ha ancora conosciuto l’avidità dell’uomo.

Il sole inizia ad abbassarsi dietro l’anga e così come siamo arrivati cinque ore fa, calandoci per ottanta metri, salutiamo questo posto con i suoi fichi d’india, le stalattiti e le stalagmiti guardiane delle grotte e le meravigliose vele di calcare modellate dal vento. Riprendiamo, quindi, zaini e corde e riprendiamo l’ascesa.

Torniamo a casa cambiati. Più rilassati e con la testa più leggera dai pensieri e dalle preoccupazione del quotidiano vivere. Nel bel mezzo del nulla ci siamo Ri-trovati.

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